L’ALFABETO DEL VINO – LETTERA D

D COME DECANTAZIONE 

La Decantazione è un operazione che, indubbiamente, ha il suo fascino…

Quando e perché si decanta un vino? È sempre necessario?

La decantazione è un’arte antica, tramandata di generazione in generazione. Serviva, in passato, a separare particelle in sospensione presenti nel vino. Oggi, grazie alle moderne tecniche di vinificazione, i vini imbottigliati si presentano all’analisi visiva limpidi e privi di imperfezioni, rendendo decantazione meno indispensabile.

Tuttavia, ci sono delle situazioni in cui vi si deve ricorrere:

a) per separare dei depositi.

Quanti tipi di depositi ci sono?

  • Da lunga evoluzione in bottiglia: esistono in commercio dei vini rossi nati per trascorrere lunghi periodi affinamento in bottiglia, es. il Barolo. Questa lunga sosta può generare delle cessioni che rendono il vino visivamente poco attraente.
  • Precipitazioni tartariche: può interessare anche i vini giovani. La precipitazione dell’acido tartarico crea, sul fondo della bottiglia, dei piccoli cristalli che non danneggiano il profilo gusto-olfattivo del vino, ma risultano poco attraenti. Nell’enologia moderna, la stabilizzazione tartarica aiuta a preservare il vino imbottigliato da questo tipo di cessione.
  • Lieviti: vi sono tipologie di vino (es. il prosecco col fondo) in cui la rifermentazione avviene in bottiglia e il vino messo in commercio nella stessa, senza alcuna sboccatura. I lieviti rimangono sul fondo: in questo caso si può decidere se metterli in sospensione ( e bere il vino “torbido”) oppure decantarli. 

b) per  “ossigenare” il vino e riattivare tutte le sfumature che compongono il bouquet. Dopo un lungo periodo in bottiglia, far prendere ossigeno al vino prima del servizio aiuta a liberare tutti i profumi rimasti imprigionati, per lunghi anni, nel vetro. (Tuttavia, molti vini di lungo élevage – 20 o più anni – mal sopportano un’ossigenazione così rapida)

c) per arieggiare vini più giovani e far disperdere qualche sostanza che potrebbe determinare una leggera imperfezione, come ad esempio un eccesso di solforosa.

d) per “ridurre” le dimensioni della bottiglia. Ci sono formati di bottiglie molto capienti e voluminosi, impossibili da servire se non in seguito alla loro ripartizione in parti più piccole.

Oggi ci sono situazioni in cui si ricorre alla decantazione anche se non indispensabile, più semplicemente per “moda”: esistono, in commercio, decanter di varie forme e dimensioni che ci portano a utilizzarlo, spesso, per un mero fattore estetico.

Come si decanta?

Occorrente: bottiglia di vino, candela, decanter (speciale caraffa con base ampia e collo stretto e allungato) o caraffa.

Si accende la candela. Dopo aver aperto la bottiglia si fa scivolare lentamente, ma senza pause, il liquido dalla bottiglia (tenuta orizzontale) alla caraffa. La spalla della bottiglia va tenuta in corrispondenza della fiamma di modo da riuscire a vedere i residui e si possa stoppare immediatamente il passaggio. Si spegne la candela, si prende il calice, ci si versa il vino…